Un’austriaca nel sud Italia: ecco il mio primo mese trascorso qui

Campi di volontariato ambientale e la coltivazione di un antico pomodoro, caffè, pasta, succhi di frutta. Il mio Erasmus placement presso ACARBIO sembra tutto ‘italiano’. Perché lo è. Ed è meraviglioso. Progetti ambientali e vita conviviale e sostenibile.

L’arrivo e le aspettative

Sono arrivata all’inizio di giugno, e sono arrivata con aspettative abbastanza alte e di solito non è una strategia buona, perché ci possono poi essere alcune delusioni. Confesso che ero un po‘ nervosa prima di arrivare. Passerò cinque mesi qua, e avevo immagini chiare nella mia mente di che cosa vorrei fare e imparare. Ma come andrà? Ci sono state delle interviste Skype con Antonio di Acarbio, prima di arrivare. A dire la verità ero rimasta abbastanza nervosa perché mi sembrava che anche da parte di ACARBIO ci fossero delle aspettative alte rispetto al lavoro da fare. Però, in questo caso – almeno finora – secondo me è andato addirittura meglio di quanto mi aspettassi.

Vivo a Vienna e seguo un Corso di studi sulla gestione ambientale. Anzi sto per laurearmi, devo finire la mia tesi. Quello che sto facendo qui non è il mio primo tirocinio. Per esempio, ho lavorato presso un ufficio di un’azienda a Vienna, nel dipartimento della logistica, e un altro tirocinio l’ho fatto presso una NGO sempre a Vienna. E poi ho viaggiato già prima in Italia ma anche in India, e ho scoperto che mi piace l’idea di lavorare e vivere in un posto all’estero e fare esperienze nuove.

Imparare e provare, e progetti eco-socio sostenibili

Nel mese scorso ho capito e visto che tante persone vengono qui come tirocinanti, volontari e per vedere il posto. Quelli con cui ho parlato di solito vengono per ACARBIO, vengono un po’ per la Costiera Amalfitana, un po’ per la “dolce vita”. Un po’ da dove viene anche la mia motivazione.

“ACARBIO e il contesto”. Esistono tanti associazioni ambientali ed ecosocial-startup in tutti i settori, anche in Austria. Mi interessava ACARBIO invece per alcuni ragioni. Da una parte per vedere come viene trattato questo tema in Italia, da un’altra parte perché ACARBIO mi sembrava speciale. L’associazione è sorta già nel 2009, un po’ di tempo prima dell’hype in Austria, e per quanto ho capito stanno seguendo una strategia completa non soltanto per proteggere l’ambiente ma anche per creare un reddito e qualche infrastruttura utile. Ho impiegato 4 anni di studio sull’ambiente per capire quanto questa combinazione sia geniale e affascinante allo stesso tempo.

“La dolce vita italiana” i miei studi stanno per finire e sembra essere una buona idea per trascorrere un po’ di tempo in Italia prima di proseguire una nuova fase della vita.

“Tutta la teoria deve essere testata a un certo punto” – Mi fa molto piacere la teoria, mi sono sempre piaciute le lezioni dove si passa il tempo pensando al tema, ai vantaggi e svantaggi, e ai vari aspetti diversi. Conoscere progetti diversi, e parlare con le persone che lo realizzano. Però, ad un certo punto volevo provare anch’io. E sottoporre tutte queste teorie ed ipotesi ad un test concreto.

Le attività: ‘Cosa vi insegnano da ACARBIO?’

Mi è stata fatta questa domanda il primo giorno, lungo la strada per l’associazione ACARBIO. Allora, dopo un mese, che cosa ho fatto qua, e che cosa ho imparato?

I nostri compiti sono diversi quasi ogni giorno. Di solito siamo 5-7 ore in ufficio, finché non si tratta di eventi speciali per cui andiamo in un altro posto. Per esempio, all’inizio di giugno, c’è stato il Premio di Francesca Mansi per l’Ambiente. Abbiamo aiutato a preparare l’evento e poi a fare le foto e il video. Le foto vengono pubblicate sui social, il video ad esempio l’abbiamo pubblicato su youtube. Era il nostro primo video, guardatelo e diteci cose ne pensate. Noi siamo sempre quelle con la macchina fotografica! Quindi siamo responsabili anche per i social, selezionare e pubblicare. Poi in collaborazione con altre organizzazioni abbiamo partecipato ad un progetto di un “campo scuola”: un workshop sul tema del volontariato ambientale. Quali sono le possibilità, quali le motivazioni? E perché serve? E’ stato un grande evento per ACARBIO e per i ragazzi: E’ stato il loro primo fine settimana in un campeggio. Il più grande programma è il campo internazionale di “Make it blue” a Minori che si tiene da luglio fino alla fine di agosto. Aiutiamo a organizzare il campo dove 10 volontari vengono per pulire la spiaggia e fare workshop con i bambini sulla spiaggia sui temi ambientali: il riciclaggio, gli animali del mare e la biodiversità della Costiera amalfitana. Ci saranno 4 campi con 10 volontari ogni volta. Un grande impegno! Abbiamo creato una serie di workshop per alcune settimane, cercando di mettere insieme temi ambientali, giochi e attività creative. Vediamo come va! Però con noi ci sono sempre Antonio, Enzo, Maria o qualcun altro dei soci dell’associazione che ci aiutano se ci dovessero essere problemi e ci si spiegano come e cosa fare. Insomma, direi che ci sono 3 tipi di cose che ho conosciuto o imparato qua:

‘Realizzare progetti’ – progetti ambientali, workshop collaborativi per ragazzi e bambini sulla spiaggia o nel paese, sui temi come il volontariato o il riciclaggio, il pomodoro antico Re Fiascone che contribuisce alla tenuta dei terrazzamenti. Di queste progetti, ce ne sono tanti qua. Ma oltre all’idea cosa ci serve? Collaborazioni, primi passi, e la comunicazione delle cose fatte. E persone che ci mettono impegno in qualsiasi momento in cui serve.

‘Informal insights’ – cosa sono le cose importante per un imprenditore ecosocial? Quali sono le situazioni frustranti, gioiose? Dove viene la motivazione, e come mantenerla? “Milestones” sulla via, cose che non vanno come si vorrebbe, e più e più idee, e piani nel cassetto. Come si fanno i progetti e come organizzarli si può leggere in libri diversi. Però imparare dall’esperienza di altri è molto più raro. Una delle cose più importanti che ho capito, ad esempio da Enzo? Scegliere l’idea più eccezionale e poi cominciare. Vedere come va, aggiustare se c’è bisogno, e non smettere di crederci. Sembra così facile, però non molte persone lo fanno veramente. E invece smettono prima di cominciare, magari già dopo la prima idea che non funziona. Questo vuol essere un invito a pensare alle proprie idee, ai sogni e progetti da realizzare. E credere in quel che si fa.

‘La vita italiana’ – in generale non è incluso nel tirocinio, però per me è una cosa importante. Nonostante sia venuta dall’Austria, non ho molto esperienza sull’argomento di come vivere bene e lavorare con successo allo stesso tempo. Ormai so fare il caffè italiano: è sempre una buona cosa saperlo fare in tutte le situazioni di vita; fare il gelato e i succhi di frutta dell’orto. Oppure anche capire come funziona la vita qua. Per me, fare il caffè è un momento molto particolare. Venendo dall’estero si sa che il cibo e anche il caffè in Italia vanno trattati con cura e qualità. Però la “dolce vita” continua anche tra noi tirocinanti e volontari. Facciamo la spese insieme, cuciniamo insieme alcune volte alla settimana, laviamo insieme i piatti e mangiamo insieme. E l’altro giorno abbiamo avuto addirittura l’opportunità di fare una pizza.

Lavorare insieme – cioè, non l’ho imparato qua, però ho trovato ad Acarbio uno dei rari posti dove sia il rapporto tra le persone, sia il lavoro e il risultato è uguale e importante.

Tramonti

Tra le cose che mi piace di più qua è anche la vita comunitaria. Stiamo ad ACARBIO la maggior parte della giornata: pranziamo insieme, a volte guardiamo dei film o suoniamo la musica. Beh, diciamo che Antonio o Cristian suonano la chitarra. Ci vuole molto impegno per il progetto, questo è vero. Però, lavorando insieme in quest’ambiente, mi trovo bene. Si lavora molto per il progetto in cui si crede. Però la vita comunitaria viene trattata con la stessa cura.

A ogni modo, un posto dove ci si sa vivere. Ci aggiorniamo nei prossimi mesi!

 

di Cornelia Kramsall * studente della gestione ambientale all’University of Natural Resources and Life Science Vienna

“passionate about projects and ideas to enjoy life while greening the world – let’s keep spreading the word”

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