“L’ARMAGEDDON ECOLOGICO”: la “notizia spaventosa” sugli “insetti spaventosi”

“Warning of ‘Ecological Armageddon’ così ha titolato il Guardian due settimane fa. Gli entomologi parlano di un’ecatombe degli insetti alati (dalle farfalle alle api). Un’indagine ha creato molta attenzione nella settimana scorsa. Allora, perché si tratta di una notizia tanto “spaventosa”?

Tre quarti degli insetti persi anche in Europa

L’indagine di una squadra di ricercatori dei Paesi Bassi, della Germania e del Regno Unito ha preso in considerazione dati in 63 aree protette di Germania tra gli anni 1989-2016. Le zone hanno coperto tipi di prateria diverse e gli autori hanno controllato in dettaglio anche dati meteorologici e l’uso del terreno, cercando di vedere lo sviluppo degli insetti. I risultati mostrano un declino di insetti volanti del 76%, indipendente dall’uso del terreno o dal tempo dell’anno.

Insetti lavorano per il nostro benessere

Nell’ecosistema gli insetti hanno una funzione importante nei servizi ecosistemi. Sono responsabili per la impollinazione delle piante (circa l’ 80% delle piante selvatiche) anche usate in agricoltura. E qui c’entra anche la morte delle api, per i processi decompositori del materiale biologico, per il ciclo nutriente e per il ritorno dei nutrienti e la creazione del terreno, e rappresentano una base di alimentazione per uccelli (60% degli uccelli dipendono da insetti), anfibi e mammiferi.

Una perdita di insetti significa una declinazione nella capacità degli ecosistemi riguardo a tutto ciò. Ricordandoci che questa perdita si è già avuta nelle aree protette della Germania. La perdita non viene fermata attraverso la semplice protezione della zona.

Già superato i limiti del pianeta

Nella versione attuale dei “planetary boundaries”, i “limiti del pianeta” intorno al ricercatore Will Steffen (2009 e 2015, Science magazine), la perdita della biodiversità genetica è già considerata come uno dei più grandi rischi ambientali che affrontiamo all’attimo. Insieme col cambiamento climatico e con l’aumento del nitrogeno e del fosforo nel ciclo nutrienti attraverso l’agricoltura. Secondo gli autori abbiamo già superato il limite della sostenibilità e siamo già a rischio di alternare il sistema e le funzioni, cioè probabilmente riducendo le sue capacità.

Fare iniziative invece di aspettare spiegazioni

Serviranno più indagini sulle cause di queste scomparse, però alcuni passi da fare sono già chiari sulla ricerca della sostenibilità ambientale. E non serve aspettare più risposte prima di intraprendere azioni.

Connesso alla biodiversità ci sono le pratiche agricole, l’uso dei pesticidi e altri mezzi agricoli che portano ad una diminuzione degli insetti. L’intensificazione agricola insieme all’uso del terreno per le superfici impervie (strade, etc.) diminuisce anche la quantità e la qualità degli habitat per tante specie di insetti o anche uccelli.

Anche se le cause non sono del tutto chiare, servirà aumentare i passi per cambiare pratiche di gestione e una tutela del territorio più allenato alla sua funzione, salvaguardando spazi verdi, investendo in un’agricoltura meno invasiva, e cominciare a lasciare spazi per insetti e uccelli, “disegnare” il paesaggio in piccole strutture più che lasciare soltanto grandi campi, e diminuire l’uso delle sostanze velenose. Sarebbe più buono anche per la salute umana e creerebbe l’ambiente più bello. Cioè, ci sarebbe tutto da guadagnare.

di Cornelia Kramsall * studente della gestione ambientale all’University of Natural Resources and Life Science Vienna

“passionate about projects and ideas to enjoy life while greening the world – let’s keep spreading the word”

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