ESC, un’esperienza interculturale: 16 momenti particolari

La vita è fatta di momenti: ed ecco gli “undici” momenti trascorsi da Cornelia durante il suo ESC volontariato relativo a “Green up your future”. 12 mesi (da marzo 2019 fino a febbraio 2020) nel ruolo di volontaria ESC con l’associazione Acarbio a Tramonti, in Costiera Amalfitana. 

Costiera amalfitana, Panorama

Ciao Cornelia, ci racconti cosa hai fatto durante questo anno trascorso come volontaria ESC? 

Ho letto e scritto in tre lingue; facilitato laboratori non formali in 2 lingue, fatto social media, lavorato all’aperto immersa nella natura, condiviso idee, conosciuto persone arrivate qui da tutto il mondo, ballato, cantato, parlato Italiano e napoletano, vissuto insieme a persone di più di 10 paesi diversi, sorriso, e mangiato, mangiato…

2. Che cosa ne pensi di questo programma di volontariato europeo?

Consiglio molto di farlo a chi è curioso di essere sorpreso; a chi è pronto a dare una mano, a chi è curioso di vivere in un modo diverso e di aprire la propria mente, e anche a chi non si spaventa degli imprevisti.

3. Cos’è il progetto “Green up your future”? 

Consiste nel vivere la sostenibilità in tanti modi diversi. 

4. E dell’associazione Acarbio? 

Acarbio ti “porta” nel cuore della Costiera amalfitana, con le sue tradizioni, la flora e la fauna, la biosfera, i terrazzamenti e l’agricoltura terrazzata, il patrimonio culturale, i prodotti tipici. E’ un’immersione totale e vero in questo territorio.

5. Cosa rappresenta per te la solidarietà?

E’ avere un contatto con persone diverse in momenti diversi; conoscersi in aspetti diversi (lavorativo o personale, momenti forti e anche deboli, ecc.); e aiutare chi ha bisogno.

6. E di Tramonti? 

Un piccolo borgo, protetto o staccato in un certo senso, dove puoi vedere e vivere ancora vecchie tradizioni, usi, mangiare piatti e verdure veramente tipici, che non puoi trovare altrove.

7. Una cosa importante che hai imparato sul livello professionale? 

Iniziare da una idea fino a farla diventare una cosa concreta; imparare metodi di lavoro (trovare, usare o creare “come fare…”).

8. Uno sbaglio e un successo durante questa tua esperienza? 

Abbandonare qualcosa di importante per paura o noia momentanea; osservare, analizzare, riprovare, migliorare.  Così come l’impazienza e la pazienza: con persone, con un progetto, ma anche con se stesso.

9. Una cosa che ti ha sorpreso?

L’importanza del cibo nella cultura locale: cosa mangiare, quali ingredienti usare, come cucinare e come preparare un piatto. A un pranzo tra amici o in famiglia, si può anche parlare per due ore su una ricetta.

10. Una cosa che ti ha fatto ridere? Una cosa che ti ha fatto piangere? 

Imparare il dialetto napoletano – il suono ad esempio di ‘s schiass’ ‘a sedj’ mi ha fatto ridere molto; o che esistono almeno 15 principi su come cucinare una pasta “semplice”. Ricordo durante un progetto giovanile: quando è finito, nonostante tutta la stanchezza, la pressione avuta, durante il momento di salutarsi con tutti i partecipanti, ho pianto. O quando c’erano notizie che arrivavano dall’Austria e non avevo con chi condividere questo interesse.

11. La cosa più bella? 

I terrazzamenti della Costiera amalfitana. Paesaggio culturale, creato e curato nell’arco di mille anni. Emozionalmente, relazioni umani, ridere insieme o difficoltà oltrepassate insieme ad altre persone.

12. Una cosa che più ti ha toccato?

Le cose più banali di ogni giorno che in fondo si assomigliano in tutti i paesi e che ti fanno sentire parte integrante del mondo.

Per esempio, da bambini a volte si faceva finta di dormire per essere portati in braccio dai genitori; i giovani che hanno dubbi su cosa fare nella vita (vita “standard” seguendo gli amici o i genitori, o seguire le proprie passioni ma non avendo sicurezza) dappertutto si fanno le stesse domanda; poi sulla politica: ci si può lamentare sempre e dappertutto; stesso con il meteo, ognuno in continuazione in tutto il mondo ha troppo freddo, caldo, fa troppa pioggia, troppo secco. E in queste cose non importa di dove sono le persone con cui parli; Inghilterra, Polonia, Libano, Bulgaria, Armenia, Ucraina, Romania, Turchia, Canada, Israele, Francia, Lithuania, Italia, Cina, Grecia. Alla base rimane un mondo.

13. Una cosa che hai imparato su di te? 

Sono una viennese più di quel che pensavo. 

14. Qual è il contributo che pensi hai potuto dare?

Energia e affetto in quello che ho fatto. Questo serve sempre.

15. Cosa ancora non sei riuscita a fare? 

Ci stanno ancora tante cose. Per esempio, parlare in napoletano, o far convincere della bontà della cucina austriaca e far capire che la “Sacher” non è il patrimonio culinario più importante dell’Austria. E poi imparare ancora il congiuntivo della lingua Italiana. 

16. Una cosa che terrai con te, ovunque tu andrai? 

Un approccio più aperto sulle opinioni e punti di vista meno rigidi. In tanto c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare, e lo capisci solo se sei disposto ad allargare la tua mente. Ci sto ancora lavorando per migliorare 🙂 😀

 

Cornelia Kramsall * Environmental Management: Initiatives for sustainable development and youth.

“passionate about projects and ideas to enjoy life while greening the world – let’s keep spreading the word”

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