I rapaci diurni della Campania

L’Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale (Asoim) ha pubblicato la sua decima monografia: “I rapaci diurni della Campania (Accipitridi, Pandionidi, Falconidi)”.

Un libro su Accipitridi, Pantionidi, Falconidi

Un libro su Accipitridi, Pantionidi, Falconidi

La classe animale che più di ogni altra ha da sempre attratto l’attenzione degli uomini è senza dubbio quella degli uccelli. L’Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale (Asoim), grazie al contributo dell’Assessorato all’Ecologia ed alla Tutela dell’Ambiente della Regione Campania (fondi programma regionale Infea), ha pubblicato la sua decima monografia: “I rapaci diurni della Campania (Accipitridi, Pandionidi, Falconidi)”. L’opera è stata curata dagli ornitologi Stefano Piciocchi, Danila Matronardi e Maurizio Fraissinet, e oltre alla semplice schedatura dei Falconiformi campani, offre un quadro completo della loro conservazione in natura e dello stato di salute dei singoli individui, grazie all’ausilio dei CRAS (Centri di Recupero di Animali Selvatici); ne viene inoltre illustrato l’aspetto ecologico, in una Regione in cui l’ambiente naturale è continuamente mortificato dalle attività antropiche. Per ciascuna specie nidificante, migratrice e svernante c’è un’ampia trattazione che ne illustra l’areale, l’ecologia, lo status popolazionistico e conservazionistico a livello planetario ed italiano, per poi soffermarsi sulla situazione della regione Campania.

I rapaci diurni, in qualità di top predator, rappresentano un parametro molto importante per valutare la qualità ambientale di un territorio, ed in Campania la loro presenza in determinate zone è davvero sorprendente. La Campania è la Regione italiana con la più alta densità abitativa, ben 436,71 ab./km2, il doppio rispetto alla media nazionale di 201,45 ab./km². Questo scenario si caratterizza per una forte eterogeneità, con la Provincia di Benevento che conta 139,39 ab./km2 e la Provincia di Napoli con 2.629,98 ab./km². Le conseguenze di tale densità abitativa (specialmente nel napoletano) sono la frammentazione e la riduzione degli habitat naturali, sostituiti da un immenso agglomerato urbano. A queste condizioni si sono verificate eccezionali aumenti delle popolazioni di specie sinantropiche, quali Falco Pellegrino e Gheppio, mentre il Falco Pecchiaiolo riesce ad esempio a sopravvivere esclusivamente nelle limitate superfici boscose di alcune Aree Protette.

Gli autori spiegano nel libro che la sistematica utilizzata è quella della Lista CISO-COI degli Uccelli Italiani, punto di riferimento per tutta l’ornitologia italiana, che raggruppa la totalità dei rapaci diurni in un singolo ordine, quello dei Falconiformes, suddiviso a sua volta nelle tre famiglie degli Accipitridae, Pandionidae e Falconidae. Allo stato attuale, in Campania sono note 19 specie di Accipitridae, di cui 8 sono nidificanti, 6 migratrici e 5 accidentali; 1 di Pandionidae, il Falco Pescatore, migratore; e 9 di Falconidae, di cui 4 nidificanti, 4 migratrici e una, il Falco Sacro, avvistato solo due volte.
I dati utilizzati per il censimento sono stati raccolti dal 2005 al 2011, all’interno del progetto “Night and Day”. Un libro da consultare e da tenere nella propria biblioteca.

 

 

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