Luglio ad ACARBIO: la mia esperienza sulla spiaggia di Minori con “Make it blue”

“Make it blue” è il nome del progetto di ACARBIO che realizza sulla spiaggia di Minori (questa é la terza estate) in collaborazione con il Comune, incentrato su ambiente e pulizia.

9 nazionalità, 10 volontari a gruppo, 30 bambini ogni giorno e 10 litri di mozziconi di sigarette

Per “Make it blue” ci sono ragazzi da tutte le parti del mondo che arrivano a Minori: si fermano per due settimane e in cambio di alloggio e cibo (vengono ospitati nell’istituto scolastico) lavorano in un progetto ben determinato. Collaborando con YAP Italia (Youth Action for Peace) e il comune di Minori, questo progetto cerca di aumentare la consapevolezza sui temi ambientali tra diversi metodi: i volontari puliscono la spiaggia cinque volte al giorno. Con un pedalò spazzamare puliscono anche la superficie del mare e fanno dei workshop (laboratori ambientali) con i bambini. 

Ogni due settimane cambiano la squadra dei volontari: termina un campo e inizia un altro. I volontari sono di solito di nazionalità diversa, hanno in media 20-22 anni e per loro si tratta di un’opportunità di conoscere altri ragazzi e conoscere un posto mentre partecipano ad un progetto per il bene sociale.

I turni doppi e la macchina fotografica

Il mio ruolo è stato di supporto alla comunicazione sui social media. Significa che ero io la ragazza con la macchina fotografica in ogni occasione: quando i volontari puliscono, cucinano o si divertono. Non ci si sente a proprio agio fare delle foto quando altri lavorano, ma a qualcuno spetta anche questo ruolo. Dopo tutto ciò ero di solito la ragazza che correva su e giù la strada per trovare una connessione ad internet. Prima di partecipare a questo mio Internship non avevo mai usato Instagram per condividere foto  – e non sono ancora sicura che mi piaccia veramente. È però certo che mi piacciono Facebook e Twitter. Però non avevo molte occasioni per fare davvero una bella cosa su Twitter. Sarà sicuramente un mio proposito per agosto.

Dall’altra parte, ho anche fatto la supervisione del campo per quanto riguarda il lavoro nel progetto e l’uso dell’equipaggiamento e dell’attrezzamento. Il lavoro di pulizia sulla spiaggia consiste nel raccogliere la spazzatura dalla sabbia e dal pavimento o pulire il passaggio di legno di sabbia. Parti di plastica le raccogliamo anche dal mare, se nuotano sulla superficie. Nonostante il caldo si rispettano sempre i turni da fare. Qualche volta è capitato anche che sono andata con i volontari insieme a fare la pulizia. Ad esempio se c’erano doppi turni da fare nel caso di molto spazzatura nel mare. Per chi ci segue su Facebook, ne abbiamo parlato tanto. Dipende dalle correnti (e molto probabilmente anche delle navi crociere che passano) può accadere che la spazzatura arrivi fino alla spiaggia. È un lavoro non molto piacevole, ma ci si sente abbastanza bene guardando 3 grandi sacchi di spazzatura (120 litri) catturati nel mare. E ci si sente meglio anche dopo il bagno sulla stessa spiaggia.

Siccome si tratta di un progetto di pulizia, diamo anche la stessa attenzione che mettiamo sul lavoro sulla spiaggia alla vita a casa, cioè presso la scuola dove alloggiano i volontari. È importante per noi usare bene anche i nostri strumenti da lavoro, gli attrezzi, la divisa, il cibo e le risorse. Così diamo ai volontari un po’ di sopporto se necessario. Per esempio a volte i ragazzi prima di questa esperienza non hanno cucinato mai per un gruppo di persone, allora spieghiamo come fare senza sprecare cibo. Anche il riciclaggio dei rifiuti si fa in modi diversi in diversi regioni, e così è utile spiegare tutti questi cambiamenti. 

I bei momenti – bambini che riciclano, l’impatto tra i volontari, la cooperazione tra loro e l’esplorazione della costiera

Personalmente devo dire che queste due settimane sono state tra le mie più impegnative, però anche più di insegnamento. Confesso che mi manca il gruppo di “Make it blue II”! Ovviamente sono compresi i momenti più belli come la visita a Capri, la visita alla Villa Romana di Minori, le visite dei vicini con cui abbiamo cucinato insieme (la Pasta alla Contadina, il Risotto alle erbe della Costiera Amalfitana, la Pasta al Pesce, le cozze), il limoncello e il vino che ci ha portato Salvatore, la chitarra di Christian per i pomeriggi caldi e le serate sulla spiaggia. E anche la quantità di rifiuti che abbiamo preso dal mare: è un lavoro che dà molto soddisfazione. Secondo il tema, stanchi ma felici.

E sul valore ambientale qual è il (primo) risultato? Alcuni dei ragazzi hanno detto che dopo queste due settimane di lavoro, faranno più attenzione nel riciclare i rifiuti e nel non buttare spazzatura per terra. Adesso capiscono quanto dà fastidio raccogliere rifiuti. E che racconteranno ai loro amici di questa esperienza. Hanno ri-usato i guanti di plastica; hanno risparmiato sacchi di plastica usandoli soltanto uno alla volta; hanno risparmiato acqua pulendo il pontile; e hanno fatto attenzione a non buttare cose dal pontile nel mare. Hanno cambiato turni tra di loro se c’era stata una persona troppo esposta al sole o se qualcuno non si sentiva bene. Anche molti dei bambini hanno cominciato a pulire la spiaggia con noi (anche se soltanto per 5 minuti) e hanno parlato alla gente della spazzatura e del riciclaggio. “Make it blue” fa differenza e impatto positivo. C’è tanto lavoro dietro tutto questo.

 

di Cornelia Kramsall * studente della gestione ambientale all’University of Natural Resources and Life Science Vienna

“passionate about projects and ideas to enjoy life while greening the world – let’s keep spreading the word”

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *